Il decreto semplificazioni introduce l’ennesima proroga dei termini per l’adeguamento degli statuti di ODV, APS e ONLUS, alle disposizioni previste dal D. Lgs 117/2017 – cosiddetta riforma del terzo settore. L’articolo 66 del D.L. 77/2021 (decreto semplificazioni) sposta al 31/05/2022 il termine ultimo per operare le modifiche. Diciamo subito che si tratta, ancora una volta, di una semplice traslazione dei termini che consente, alle associazioni interessate, di effettuare le modifiche godendo delle agevolazioni consentite dalla norma, ossia la possibilità di ricorrere ai quorum costitutivi e deliberativi di un’assemblea ordinaria piuttosto che straordinaria, nonché di sostenere costi decisamente più bassi. Non è, dunque, un termine perentorio essendo sempre possibile, anche dopo il 31 maggio 2022, deliberare le modifiche necessarie affinché le suddette organizzazioni possano essere di diritto considerate ETS e richiedere l’iscrizione al RUNTS. In questo caso dovrà essere un’assemblea straordinaria ad adottare le modifiche, proposte dal consiglio direttivo, con quorum e costi certamente più stringenti.
Slittamento dei termini e operatività del RUNTS
A proposito del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore è bene puntualizzare che lo slittamento dei termini di adeguamento non implica un contestuale rinvio dell’operatività del registro. Sebbene ancora non si hanno notizie certe circa l’entrata in vigore dell’operatività del RUNTS, lo stesso Ministero del Lavoro, attraverso le parole del proprio direttore generale Alessandro Lombardi, ha recentemente confermato che i due momenti sono completamente slegati. Lo scopo della proroga è semplicemente quella di dare più tempo, visto anche il perdurare della crisi pandemica, alle associazioni di intervenire in maniera “semplificata” sui propri statuti per renderli conformi alla nuova normativa. Ci si potrà, pertanto, trovare nelle condizioni di un avvio dell’operatività del Registro Unico prima della scadenza del nuovo termine stabilito dal decreto semplificazioni per l’adeguamento degli statuti. A ben vedere questo consente un’ulteriore agevolazione per gli ETS. Non appena avviata la procedura di trasmigrazioni dei vecchi registri al nuovo RUNTS gli uffici di quest’ultimo avranno 180 giorni di tempo per verificare la conformità degli statuti alla normativa prevista dal testo unico sul terzo settore concedendo, eventualmente, un termine di 60 giorni a quegli enti non in regola per regolarizzare i propri statuti, pena la mancata iscrizione al registro. Risulta chiaro dunque che, ricadendo i 60 giorni dentro la finestra temporale prevista dalla nuova proroga, ciò costituisce una forte agevolazione per tali enti che potranno usufruire, come detto, di quorum e costi più bassi.
Lo stato di fatto sull’operatività del RUNTS
Ci si interroga, piuttosto, sui tempi per il definitivo avvio del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore. Ad oggi non è ancora dato sapere quando sarà operativo. Secondo fonti del Ministero il ritardo è dovuto, oltre che alle problematiche legate al Covid, al processo di completamento della piattaforma informatica ed al lavoro preparatorio svolto da tutte le amministrazioni coinvolte.
In ogni caso, la data di inizio dell’operatività del RUNTS dovrà essere formalizzata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali con uno specifico provvedimento, così come previsto dal decreto istitutivo del Registro (dm 106 del 15 settembre 2020, art. 30) nonché comunicato con congruo anticipo per permettere, non soltanto l’automatica trasmigrazione dagli esistenti registri regionali, ma anche il completamento dell’iter procedurale tenendo conto sia dei tempi per la trasmigrazione, sia dei termini previsti dalla norma per l’analisi degli statuti da parte degli uffici del RUNTS, sia del termine di 60 giorni, concesso alle associazioni, per rispondere e adeguarsi rispetto ai rilievi sugli statuti eventualmente evidenziati. Ulteriori ritardi sulla partenza del Registro pongono, infatti, il problema che la proroga concessa al 31/05/2022 possa non essere sufficiente per garantire la possibilità a tutte le associazioni di operare compiutamente gli adeguamenti previsti dalla norma senza poi essere costretti a concedere ulteriori proroghe.
Visto che ormai siamo prossimi al “quarto compleanno” dall’emanazione del testo unico sul terzo settore, l’auspicio di tutti e che in tempi brevi la riforma sia definitivamente operativa e ci sia finalmente chiarezza su tutti gli aspetti (anche quelli fiscali legati all’approvazione della comunità europea) e si diano certezze a tutto il mondo no-profit.
| di Mario Rapisarda, Consulente del Lavoro|