La Riforma dello Sport e del Lavoro Sportivo è realtà.

La Riforma dello Sport e del Lavoro Sportivo è realtà.

Il 13 luglio, con addirittura quattro giorni di anticipo rispetto alla scadenza fissata per il 17 luglio, il Parlamento ha completato l’iter di espressione dei pareri sullo schema di Decreto Legislativo recante disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi del 28 febbraio 2021, nn. 36, 37, 38, 39 e 40 (Atto di Governo n. 49), ormai anche noto come “correttivo del correttivo”.

Dopo la Camera dei Deputati, con le Commissioni VII e XI congiunte, che il 12 luglio avevano espresso “parere favorevole con condizioni”, nella giornata di giovedì 13 luglio, si sono espresse anche le Commissioni riunite VII e X del Senato della Repubblica, con parere “favorevole con osservazioni”. Possiamo oggi considerare queste “condizioni” e queste “osservazioni” una vittoria per il mondo dell’associazionismo e per le sue rappresentanze, in un contesto mutevole e in rapidissimo cambiamento. Ma andiamo per gradi.

Un nuovo scenario per il lavoro sportivo

Ricordiamo che la Riforma del lavoro sportivo, contenuta nel combinato disposto dei Decreti Legislativi 36 e 39 del 2021, rappresenta una vera e propria svolta per il mondo dello sport. L’obiettivo principale è quello di garantire riconoscimento e tutele ai lavoratori dello sport, tenendo sempre presente la specificità unica di questo grande comparto del paese.

È sempre bene tenere a mente come la maggior parte delle organizzazioni sportive si sia avvalsa negli anni del cosiddetto compenso sportivo, un istituto qualificato esclusivamente sotto il profilo fiscale, come reddito diverso, non soggetto a ritenute fiscali fino a 10.000 € annui complessivi e non soggetto ad alcuna contribuzione previdenziale e assicurativa. Essendo privo di una definizione giuslavoristica, l’istituto è stato soggetto ad interpretazioni non uniformi.

Dal 1° luglio 2023 tutte le attività sportive, sia dilettantistiche che professionistiche, sono regolate da un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa. Una rivoluzione copernicana che senza dubbio necessità di aggiustamenti, ma che non può esimerci dal rilevare come il percorso di predisposizione dello schema in esame sia stato improntato con la volontà di ascoltare tutte le entità del mondo sportivo, con particolare riguardo alle piccole e numerose realtà che, pur non emergendo con evidenza, costituiscono il tessuto connettivo del sistema sportivo.

In questo processo ASI ha mostrato grande fermezza nella difesa degli interessi delle società sportive e dei loro collaboratori contribuendo, con analisi e corpose memorie, ad emendare i testi in discussione sia durante l’audizione alla Camera del 3 aprile ( testo illustrato dal Vice Presidente Minunzio accompagnato dal Segretario Generale Achille Sette), sia in quella al Senato del’11 luglio ( testo illustrato dal Vice Presidente Vicario Bruno Campanile, accompagnato sempre dal Segretario Generale Achille Sette).

Pur sposando lo spirito propositivo del legislatore, è infatti pacifico che la Riforma presenti delle criticità, “denunciate” e circoscritte ad esempio dallo stesso Ministro Abodi.

In particolare la Riforma potrebbe avere un impatto negativo sulle società sportive costrette in poco tempo a regolarizzare posizioni pendenti senza certezze evidenti.

Potrebbero inoltre crearsi problemi di gestione per le società sportive che si avvalgono di molteplici collaboratori coordinati e continuativi, costretti a regolarizzare la posizione di tutti i propri lavoratori con modalità, tempistiche e strumenti ancora in via di definizione.

In ultimo l’aumento materiale dei costi (diretti e indiretti) per le società sportive espone al rischio che tale aggravio vada ad incidere sui fruitori finali, contravvenendo a quella mission comune di lotta alla sedentarietà e facilitazione dell’accesso alla pratica sportiva per raggiungere a pieno gli scopi sociali e salutistici che DEVONO guidare il nostro mondo.

Nelle consultazioni che hanno accompagnato il varo ed il correttivo, ASI si è impegnata all’ascolto profondo della base oltre al confronto e alla concertazione con i propri pregiatissimi consulenti e professionisti. Alla luce di questo ricordiamo qui di seguito le principali proposte presentate da ASI:

  • Introduzione di un voucher sportivo a favore degli utenti, volto ad alleggerire l’inevitabile aumento dei costi a totale carico dei gestori di ASD e SSD;
  • Sviluppo di idonei ammortizzatori sociali per ASD e SSD utili a mitigare gli impatti della riforma per i primi anni di applicazione;
  • Presunzione del limite delle 24 ore settimanali come media calcolata sull’intera durata del contratto CoCoCo sportivo dilettantistico;
  • Identificazione di una lista univoca delle figure e delle nomenclature, chiedendo la legittimazione anche e soprattutto al Ministero del Lavoro e al Ministero dello Sport;
  • Conferma dell’esenzione INAIL per i redditi fino a 5000 euro;
  • Moratoria fino al 31/12/2023 per tutti gli oneri connessi agli adeguamenti;

Tutto questo fino a arrivare alla chiusura dei lavori parlamentari, con il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, che il 14 luglio ha ringraziato le Commissioni riunite per il proficuo contributo offerto, assicurando che il Governo terrà in attenta considerazione le significative osservazioni recate nella proposta di parere presentata dai relatori.

Possiamo però già azzardare e dire con orgoglio che diverse istanze depositate da ASI hanno trovato convergenza nelle “condizioni” poste dalla Camera, dalle “Osservazioni” mosse del Senato e nelle intenzioni del Dicastero che ora, con quelle che saranno ulteriori migliorie, porterà il testo in Consiglio dei Ministri per la sua approvazione definitiva e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Ci rassicurano in tal senso le affermazioni dello stesso Ministro che, nel dichiarare al termine dell’iter: “La manovra finanziaria sarà l’occasione per fornire – tramite contributi, crediti fiscali e crediti d’imposta – un supporto finanziario alle associazioni sportive e alle società sportive, anche per aiutarle a sostenere gli oneri della riforma, così come del resto per adottare misure in favore delle famiglie in condizioni di disagio e delle periferie urbane e sociali, che rappresentano un terreno importante di sviluppo dello sport” di fatto annuncia l’accoglimento delle principali istanze presentate sin dalla prima ora dall’ASI.

Pare inoltre probabile che il limite delle 24 ore settimanali sarà presunto come media calcolata sull’intera durata del contratto e che le società sportive avranno diritto ad un credito d’imposta del 50% delle spese sostenute per le retribuzioni dei nuovi assunti, per un totale massimo di 6.000 € per ciascun lavoratore assunto; le società sportive che assumono donne o giovani under 30 avranno diritto ad un ulteriore credito d’imposta del 10% delle spese sostenute per le retribuzioni dei nuovi assunti, per un totale massimo di 2.000 € per ciascun lavoratore assunto.

Nell’attesa del testo ufficiale che sarà pubblicato in GU, siamo certi di aver dimostrato in questa delicata fase di essere un Ente strutturato e attento alle esigenze degli operatori, delle società sportive e dei loro collaboratori, registrando di contro ascolto e rispetto dal Ministero dello Sport e dal Ministero del Lavoro.

Continueremo a fare la nostra parte in ogni occasione di confronto con il Governo e con il sistema sportivo, disponibili e pronti a rafforzare con i nostri principi quello che ci sta più a cuore, ossia la costruzione di un ecosistema virtuoso che arrivi a riconoscere fattivamente l’altissimo valore sociale ed economico dello sport.

Achille Sette, Segretario Generale di ASI Nazionale

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