Siete il consiglio direttivo di una associazione sportiva dilettantistica e di promozione sociale e sapete perfettamente che l’ultimo biennio è stato un periodo di profonda riforma per il mondo no profit.
Da un lato, la riforma operata in seno al CONI tramite le sue importanti delibere e la condivisione da parte dell’Agenzia delle Entrate della circolare 18E, dall’altro, il riordino del terzo settore all’interno del D.Lgs. 117/2017.
Starete quindi cercando di capire, con un filo di ansia e preoccupazione, cosa dover fare.
Senza la pretesa di essere in alcun modo esaustivi analizzeremo per sommi capi quelli che ad oggi sembrano essere dei punti fermi sulla base dei quali poter fare delle scelte.
La tua ASD dovrebbe entrare a far parte del Terzo Settore?
Primo su tutti, l’organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche rientra tra le attività di interesse generale in cui operano gli Enti del Terzo settore. La stessa Agenzia delle Entrate con la circolare di cui abbiamo accennato in precedenza ha confermato la possibilità per una ASD di entrare a far parte del mondo del terzo settore; da sottolineare fin da questo momento che si tratta di una libera scelta.
Tornando alla Vs ASD APS, appurata la possibilità di poter essere inclusi nel terzo settore, valuterete se farne parte o meno, vediamo come. Avrete sicuramente sentito parlare sia della data del 03.08.2019 sia del relativo adeguamento statutario al contenuto del Codice del Terzo Settore con quorum alleggeriti; sulla perentorietà o meno di tale data ci sono orientamenti divisi, invece sulla portata dell’adeguamento possiamo fin da ora rasserenare le ASD APS in quanto molte regole e principi contenuti nella normativa tipica dello sport dilettantistico vengono richiamati all’interno del CTS (Codice del Terzo Settore) rendendo quindi questo adeguamento leggero.
Cosa potrebbe cambiare per la tua ASD?
Dunque, una volta capito che è possibile far parte del Terzo Settore e le modalità con le quali realizzare questo accesso, passiamo adesso a tratteggiare brevemente quali sono le conseguenze. All’interno del D.lgs 117/2017 è presente un articolo, il numero 89, secondo cui agli enti del terzo settore non si applicano tutta una serie di norme attualmente ad appannaggio dello sport dilettantistico. Scendendo più nel dettaglio, alle ASD che entreranno a far parte del terzo settore sarà preclusa la possibilità di decommercializzare i corrispettivi specifici e di optare per il regime fiscale agevolato di cui alla L. 398/91; motivi apparentemente sufficienti per tenere alla larga le sportive dilettantistiche dal mondo del Terzo Settore.
Adesso, facendo un passo indietro e ponendo l’attenzione alla Vostra ASD APS, Vi starete giustamente domandando per quale motivo dovreste entrare a far parte del Terzo Settore.
Sotto un’ottica fiscale, se da un lato vengono disconosciute le agevolazioni storiche dall’altro ne vengono introdotte di nuove: infatti, al pari delle sportive dilettantistiche, anche per le APS è prevista una distinta decommercializzazione dei corrispettivi specifici mentre per le entrate commerciali beneficiano di un regime forfettario che ricorda la L. 398/91; in questo caso, per la decommercializzazione, viene meno il riferimento ai tesserati ma si parla invece solamente di associati e loro familiari conviventi mentre il regime forfettario ha un tetto più basso rispetto a quello della 398/91, ovvero di 130.000 euro. Sempre ad appannaggio delle ASD, che acquisteranno una delle ulteriori qualifiche messe a disposizione dal Codice del Terzo Settore, saranno riconosciuti una serie di benefici, solo per citarne alcuni: più agevole acquisto della personalità giuridica, miglior trattamento nel rapporto con gli enti pubblici, più facile accesso al cinque per mille, accesso al credito agevolato.
Ad oggi rimane un punto interrogativo, la possibilità di corrispondere i compensi sportivi. Nessuna norma contenuta all’interno del Codice del Terzo Settore ne prevede la esplicita inapplicabilità anche se dall’interpretazione di alcune norme contenute si potrebbe giungere a questa esclusione. Su tale possibilità è fortemente richiesto un intervento da parte degli organi competenti.
In quali casi conviene entrare a far parte del Terzo Settore?
Cercando quindi di trarre delle conclusioni, se le entrate ASD APS in oggetto attengono principalmente a corrispettivi versati da tesserati non associati e da attività commerciali oltre il limite dei 130.000 € potrebbe essere sensato non adeguare il proprio statuto e scegliere di essere esclusi del Terzo Settore. Al contrario, qualora la Vs ASD APS svolga in prevalenza attività di tipo istituzionale nei confronti di associati o loro familiari conviventi, l’invito è quello di effettuare una valutazione di convenienza.
Concludo ricordando che molto probabilmente la piena operatività del Codice del Terzo Settore si realizzerà non prima del primo gennaio del 2021.
|di Michele Meucci – Dottore Commercialista Esperto in ASD |